Guida sul Wisła Kraków per FM 2021.
Onorare adeguatamente una terra con oltre un millennio di storia alle spalle è un’impresa che l’Ekstraklasa, il campionato nazionale polacco, cerca di compiere sin dal lontano 1927. Il calcio rappresenta un’importante colonna della cultura della Polonia. Jan Tomaszewski evoca oscuri spettri ai maestri del football sin dal 1974, anno in cui Zbigniew Boniek, Kazimierz Deyna e Grzegorz Lato tessero ricami d’arte sui campi della Germania Ovest, quella nazione che poco più di trent’anni prima aveva causato la più grande tragedia nella storia della nazione. Terra affamata di calcio, quella polacca, stretta attorno al sottile filo che lega gli ultimi due grandi numeri 9 della nazionale polacca, Maciej Zurawski e Robert Lewandowski.
Tre corone e tre scettri per l’Ekstraklasa: tante sono le regine del campionato, le squadre con la tradizione più solida e rinomata. La prima, il Górnik Zabrze, ha dominato in patria tra gli anni ’50 e ’80, vincendo 14 volte il campionato, ma aspetta di tornare a festeggiare un primo posto dal 1989. La seconda, il Legia Warszaw, di vittorie ne ha festeggiate tante ultimamente: negli ultimi 10 anni, la squadra della capitale ha trionfato ben 6 volte. La terza, invece, si trova adagiata sulle rassicuranti anse della Vistola, mentre il colle del Wawel ne sorveglia il regale aspetto, degno dell’antica capitale del paese: a Cracovia ha sede il Wisła, il club di cui andremo a parlare oggi.
Non c’è Polonia senza Wisła
Ogni grande fenomeno sociale nasce dall’interesse di studenti e intellettuali: il calcio segue pedissequamente questa norma. In quale altra città polacca si sarebbe potuto diffondere con tale rapidità questo sport, se non nella frizzante città di Cracovia?
Il Wisła, del resto, venne fondato nel maggio del 1906 da un professore, Tadeusz Łopuszański. I suoi studenti furono tra i primi a diffondere il nuovo gioco del calcio nella popolazione polacca: ancora non si poteva parlare di nazione polacca. Tanti di quegli studenti avrebbero combattuto tra gli anni ’10 e gli anni ’20 tra le fila di Józef Piłsudski, uno dei padri fondatori della Polonia moderna e liberata. Si può dire, dunque, che il Wisła sia parte del DNA della stessa nazione.
Pochissimi club polacchi hanno avuto la stessa storia gloriosa del club della Stella Bianca. Il Wisła ha vinto ben 13 campionati di Ekstraklasa e ha chiuso al secondo posto in altrettante occasioni: solo gli storici rivali del Legia Varsavia hanno eguagliato questo score. In più, il club di Cracovia ha in bacheca 4 Coppe di Polonia e una Supercoppa polacca: un palmarès che l’ha portata ad essere una delle squadre più amate e tifate in patria.
In Europa il Wisła ci sa fare
Anche a livello europeo il Wisła si è fatto valere. Il miglior risultato internazionale è rappresentato dai quarti di finale di Coppa dei Campioni, raggiunti nel 1978. Nel periodo migliore della storia del club, quello tra il 1999 e il 2011, la Stella Bianca ha ottenuto risultati importanti, come i 4-1 ai danni di Parma e Schalke 04 nella Coppa UEFA 2002/03 oppure la clamorosa vittoria per 1-0 ottenuta in casa nel terzo turno di qualificazione alla Champions League 2008/09 contro il Barcelona. Sì, proprio quel Barcelona che avrebbe vinto la competizione a Roma contro i Diavoli Rossi di Sir Alex Ferguson.
Negli ultimi anni, però, il Wisła è stato colpito da una crisi economica devastante, rischiando di fallire nel 2018. Come nella migliore delle favole, l’eroe viene soccorso da un aiutante. In questo caso, l’aiutante vestì il rosso, il bianco e il blu della squadra di Cracovia tra il 2005 e il 2007, promettendo che sarebbe tornato un giorno, prima di indossare il giallo e il nero del Borussia Dortmund. A capo di una cordata di investitori, fascia di capitano al braccio, Jakub “Kuba” Błaszczykowski salvò il Wisła Kraków dal fallimento e tornò a guidare i suoi in campo, come un novello Piłsudski.
Tornare agli antichi fasti
La crisi economica ha colpito duramente il club: non si può pretendere di combattere fin da subito per l’Ekstraklasa. La situazione iniziale, del resto, rappresenta effettivamente una sfida non indifferente. Le finanze sono limitate e non consentono di sostenere troppe spese sostanziose. In più, senza coppe europee e con un campionato dalla reputazione piuttosto bassa come quello polacco, è difficile muoversi sul mercato. Come se non bastasse, all’inizio non ci sono fondi per la campagna acquisti.
È necessario, per questo, scandagliare attentamente l’Europa orientale per trovare rinforzi a parametro zero con cui puntellare la rosa, evitando di spendere troppo per gli osservatori. Per questo motivo bisogna rimpinguare le casse del club cedendo gli esuberi e cercando quanto più possibile di ottenere dei prestiti secchi nel mercato in entrata.
Sarà importante anche gestire la situazione contratti. Diversi calciatori del club sono in scadenza e non è detto che ci siano abbastanza fondi per coprire tutti i costi dei rinnovi. Pur con queste premesse, la dirigenza è piuttosto intransigente: l’obiettivo è tornare in vetta entro 3 anni.
Per quanto economicamente la situazione del Wisła non sia rosea, le strutture e le giovanili del club sembrano promettere bene. Le strutture aziendali sono buone e garantiscono discrete entrate, mentre l’Henryk Reyman City Stadium è uno degli stadi più famosi e moderni dell’intera Polonia. Diversi giovani con un buon potenziale sono in prestito nelle società affiliate, come il terzino 17enne Patryk Pischinger oppure l’ala 18enne Szymon Nocon. Ma nelle giovanili si trovano i prospetti migliori, tutti Under 16, tra cui il portiere Miłos Jaskuła, il difensore centrale Daniel Hoyo-Kowalski, la punta Kacper Chełmecki o il regista Kacper Duda. In più, nel 2021 arriveranno rinforzi di qualità, come il 26enne difensore centrale Alan Uryga.
La rosa
Come si schiererà il Wisła? Innanzitutto, la squadra polacca non dispone di giocatori particolarmente prestanti sul piano fisico. Per questo motivo tentare di affidarsi a degli stili di gioco dispendiosi come il gegenpressing può essere una scelta piuttosto rischiosa; la rosa, del resto, non è abbastanza profonda né offre ricambi di qualità in diversi ruoli.
I difensori non sono forti tecnicamente: il consiglio, dunque, è di lasciare la fase di transizione offensiva al centrocampo, dove si trovano i giocatori più tecnici come Nikola Kuveljić o Georgii Zhukov. Bisogna quindi fare affidamento su Kuba Błaszczykowski, leader tecnico e carismatico della squadra, per costruire il gioco. Tuttavia, i due difensori centrali Adi Mehremić e Michal Frydrych sono di qualità assoluta per l’Ekstraklasa. Stefan Savić e Yaw Yeboah sono ali di ottimo livello e consentono di sfruttare adeguatamente gli spazi nelle corsie laterali. In attacco ci sono tre punte piuttosto simili fra di loro, che amano giocare spalle alla porta e favorire la manovra.
La formazione consigliata dal gioco è un 4-2-3-1, con Kuba trequartista e due mediani a protezione della difesa. Ma dal momento che il Wisła è una società ambiziosa, si può tentare un 4-3-3 meno difensivo, basato sul tiki-taka e sulla gestione degli spazi. Sarà una formazione solida e compatta, grazie ai granitici difensori centrali e ad una linea mediana di qualità e quantità. I ritmi non dovranno essere particolarmente veloci: con giocatori non particolarmente brillanti sul piano tecnico è importante cercare di controllare la partita per non lasciarsi sopraffare dagli avversari. Inutile dare istruzioni troppo elaborate: sono pochi i giocatori dotati di grande creatività; meglio sfruttare la grande determinazione della rosa per imporre un gioco maggiormente disciplinato.
La formazione
Mateusz Lis sarà il portiere titolare: ha 23 anni e ampi marigini di miglioramento. Michał Buchalik è un ottimo secondo portiere, mentre il 19enne Kamil Broda non è ancora pronto per essere titolare. Mehremić e Frydrych saranno i titolari: grazie alle sue doti fisiche e mentali, potremmo azzardare il bosniaco come centrale con compiti di marcatura per coprire gli spazi lasciati dai centrocampisti e anticipare i difensori avversari. Maciej Sadlok è un ottimo terzino sinistro senza fronzoli: se si volesse avere maggior spinta sulla sinistra, Łukasz Burliga come esterno invertito potrebbe essere una buona soluzione. Burliga, tuttavia, nasce come terzino destro, ruolo che, in questo 4-3-3, potrebbe essere affidato al 19enne Dawid Szot, più propositivo del numero 8.
Il centrocampo dovrà dare equilibrio e stabilità all’intera formazione. Kuba Błaszczykowski sarà il regista e motore dell’intera squadra, mentre i sopracitati Kuveljić, Zhukov o il 20enne Patryk Plewka potranno essere schierati sia come mezzali che come registi in assenza del capitano. Fondamentale è l’apporto dell’incontrista Vullnet Basha, uno dei giocatori con maggior esperienza del Wisła. Potremmo adattare a centrocampo l’esperto Rafał Boguski: a 36 anni, difficilmente potrà essere determinante come esterno, mentre le sue doti nel palleggio potrebbero aiutare a garantire ordine alla manovra. Savić e Yeboah saranno rispettivamente ala sinistra e ala invertita destra; attenzione a Chuca, abile ala invertita o attaccante esterno sulla sinistra e con un ottimo potenziale ancora inespresso, e a Jean Carlos sulla destra. La fisicità di Felicio Brown Forbes potrà aiutare a risolvere le partite più ostiche, ma, in questa fase iniziale di transizione, dare fiducia al 17enne Aleksander Buksa, astro nascente del club, rappresenta un investimento sicuro sul futuro.