Analizziamo e cerchiamo di riprodurre la tattica scelta da Stefano Colantuono per la Salernitana nella stagione 2018-19: si tratta di un 3-5-2 molto solido, che in avvio di stagione al momento ha trovato solo qualche difficoltà in fase realizzativa, questione legata più alla condizione fisica degli interpreti che alla tattica stessa.
La squadra al momento ha raccolto 2 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta in 7 giornate.
La tattica ricalca, grosso modo, quella che Conte ha adottato per la Juventus.
Passiamo ad analizzare per prima cosa la disposizione in campo dei
giocatori:
Portiere: titolare nella realtà Micai, non ha nessun compito particolare se non
quello di controllare l’area e la porta.
Difensori: la squadra di quest’anno è molto fisica, i due centrali “esterni” (Gigliotti e Mantovani i più utilizzati al momento rispetto a Perticone per problemi fisici) hanno ovviamente qualche compito di disimpegno più “tranquillo” rispetto al centrale, ruolo che nella realtà viene ricoperto da Schiavi o Migliorini. Gigliotti è anche il calciatore designato per i calci di punizione e i corner.
Tendono a portare palla leggermente in più e a dare il via all’azione dalla difesa.
Centrocampo: due centrocampisti “fisici”, uno più di contenimento e uno più di incursione, coprono il play basso, in uno schema che ricorda quello utilizzato da Conte per proteggere Pirlo nella Juve.
Regista arretrato: posizione occupata in pianta stabile da Di Tacchio, che compie molto “lavoro sporco” ma è preziosissimo sia nel recuperare palla che nell’impostare l’azione.
CCQ: impostato come centrocampista box-to-box per ottimizzare il gioco soprattutto se agisce sulla parte sinistra del campo, in realtà potrebbe essere un carrilero. Il ruolo viene ricoperto da Jean-Daniel Akpa-Akpro o da Moses Odjer.
Il compito è quello di dare dinamismo alla manovra, accompagnando dalla rottura del gioco avversario fino all’area avversaria, con licenza di inserirsi. Colantuono chiede a questi giocatori di allargare il gioco, ragione per cui effettivamente nella realtà il ruolo è proprio quello del carrilero più che di un vero e proprio centrocampista di quantità totale.
Mezzala
Ruolo finora ricoperto da Castiglia o in alternativa da Mazzarani.
Mezz’ala classica
Non molto da dire, allarga il gioco dal centrocampo verso l’attacco e funge da supporto alla fascia destra, dove l’esterno titolare, Casasola, non è propriamente di ruolo, ma nasce addirittura difensore centrale, quindi con compiti molto più di copertura.
Grazie al supporto della mezz’ala, comunque, il ruolo dell’esterno è molto agevolato, e Casasola si è disimpegnato più che bene in questa prima parte di campionato.
Esterni
Devono partecipare a tutte le fasi di gioco ed essere pronti a crossare, possibilmente dal fondo. Titolare inamovibile a destra fino ad oggi Casasola, come detto supportato da Castiglia.
A sinistra Vitale riesce a disimpegnarsi con maggiore facilità, consentendo al suo “vicino” di centrocampo di allargarsi un po’ di meno.
Si tratta in realtà dei ruoli cardine della formazione, dato che gli assist nei sette gol realizzati fino ad oggi sono arrivati per oltre il 60% dalle fasce.
Attacco
Due attaccanti, uno di raccordo, ruolo ricoperto egregiamente fino ad oggi da Jallow, con compito di pressare avvicinandosi al centrocampo, andando anche a lottare su qualche pallone e mettere pressione alla difesa nel ruolo di “contropiedista” mentre la palla è nella zona difensiva della sua squadra. Alternative provate finora con alterne fortune Vuletich o Bocalon, meno mobili, il che ha causato qualche “scollamento” tra i reparti centrale ed avanzato della squadra granata.
L’altro pipelet, Djuric o Vuletich, svolgono invece il ruolo che nella Juve di Conte era svolto da Llorente: tenere alta la squadra, fare a sportellate coi difensori, giocare di sponda e, se la fortuna ci aiuta, anche (e soprattutto) metterla in porta. Insomma, la definizione per eccellenza del fulcro del gioco.
Peccato solo che nella realtà gli interpreti del ruolo siano ancora a secco di gol al momento, ma si tratta di una questione di recupero da un infortunio (Djuric) o di una fase di adattamento al calcio italiano (Vuletich).

Linea difensiva.
Non eccessivamente arretrata, per non costringere il centrocampo a restare tutto il tempo indietro, non viene applicata forsennatamente la tattica del fuorigioco. Il gioco parte dal centro per allargarsi sulla fascia, o per vie centrali cercando il passaggio filtrante (palla negli spazi).
I passaggi sono diretti (non propriamente un tiki-taka), mentre avendo un fulcro del gioco di grosso calibro, è naturale che la palla venga perlopiù portata in area. Anche il pressing non è asfissiante, forse unica
pecca del gioco, se aumentasse leggermente in intensità potrebbe avere maggiori fortune.
La squadra tende a mantenere il controllo del gioco sin dall’inizio, pur non portando palla per la maggior parte del tempo, nelle partite finora giocate contro Palermo, Padova, Verona e Cremonese è apparso abbastanza chiaro come l’ordine sia: contenere, studiare l’avversario, e approfittare cinicamente dei suoi errori. Quindi poco spazio a passaggi azzardati o a dribbling fini a sè stessi (ah, Jallow…), si costruisce
con ordine, e non ci si sposta di ruolo. Nel contempo, tutti partecipano alle fasi difensiva ed offensiva, per cui ho scelto fluida come disposizione in campo.
Articolo scritto Davide Farina.
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